mercoledì 17 agosto 2011

Sulle tracce della Via Postumia

 Sulle tracce della Via Postumia

La Via Postumia presenta numerosi tratti perfettamente rettilinei lunghi decine di chilometri, anche costruiti su terreni da bonificare appositamente, il che dovette comportare ulteriori sforzi in termini economici e di risorse umane.
Uno di questi tratti privi di curve, lungo circa 28 km, caratterizza il primo tratto veneto della Postumia: superato un raccordo per Mantova e passato il Mincio, probabilmente nei pressi di Merlesco, la via procedeva diritta fino a Verona passando per Villafranca, Santa Lucia e Dossobuono.
La città scaligera fu modificata nel suo sviluppo dal transito della via e si espanse anche a Sud, all'interno dell'ansa del fiume Adige, dove prima non esistevano nuclei abitativi; l'impronta romana sul reticolo di strade è tuttora ben visibile nel centro storico, così pure come il tracciato della Postumia in città: a partire da Castelvecchio, la via varcava la Porta Iovia (oggi Porta Borsari) dopo aver percorso l'attuale Corso Cavour e proseguiva fino alle vicinanze del Foro, modificato in tempi medievali nella sua struttura ma in sostanza corrispondente per posizione e funzione all'attuale piazza delle Erbe.
La via lasciava il Foro sulla destra, procedeva diritta fino all'Adige e lo superava grazie al Ponte Postumio (crollato a causa di una piena e non più ricostruito), per poi piegare a sud-est, passare accanto al Teatro romano costruito in epoca augustea e proseguire verso San Martino Buon Albergo. Da qui la Postumia poteva percorrere lo stesso tragitto della Strada Statale 11 fino a Vicenza, per Caldiero e Montebello, oppure secondo altri passare più in alto, tra le colline, e cioè per Colognola ai Colli, Soave, Monteforte d'Alpone, ricongiungendosi poi alla statale 11 nei pressi di Altavilla; il motivo di questa deviazione sarebbe da ricondursi all'abbondanza di acque della pianura, che poteva rendere più difficili i lavori.
E' più probabile però che il tragitto fosse quello basso, sia perchè così vengono rispettate le distanze indicate dai miliari ritrovati, sia perchè la via della pianura, una volta superate le difficoltà di costruzione, permetteva spostamenti molto più veloci e adeguati alle finalità della strada.
Di Vicenza la Postumia divenne l'asse attorno al quale si sviluppò la città, similarmente a quanto avvenuto per Verona, e il vecchio tracciato corrisponde all'attuale centralissimo Corso Palladio, al termine del quale deviava verso nord per superare il Bacchiglione in un punto agevole, dove oggi si trova il Ponte degli Angeli.
Superata Vicenza la via procedeva verso nord-est, ai piedi delle colline, per evitare la zona delle risorgive: a Nord di San Pietro in Gu e presso Camazzole attraversava rispettivamente anche i due rami in cui il fiume Brenta era allora diviso, e che oggi corrispondono al Ceresone ed al tracciato principale del Brenta, per poi procedere su un tratto rettilineo di oltre 30 km, dalle vicinanze di Cittadella fino a Maserada. Nella zona sono numerosi i toponimi e le vie che ricordano il transito della Postumia antica: tra gli altri, il comune di Postioma. E' in questo tratto, per altro, che la via romana transitava per l'attuale territorio comunale di Castelfranco Veneto.
Il tratto rettilineo doveva proseguire anche una volta superato il Piave, come suggerisce la strada che oggi porta da Roncadelle a Faè, dopodichè le tracce si rendono meno evidenti e non è più possibile ricostruire l'antico tragitto. Molto probabilmente, comunque, lasciava Oderzo leggermente a nord e poi proseguiva per Annone e Portogruaro; in alternativa, poteva transitare a monte della fascia delle risorgive e varcare più a Nord il confine odierno tra Veneto e Friuli, non lontano da Oderzo stessa.